SETTIMANA SANTA TARANTINA


Giovedì 24 - venerdì 25 marzo 2016

La Settimana Santa si sa, si apre con la Domenica delle Palme…

Ma per Taranto è una settimana speciale, attesa tutto l’anno: è “la Settimana”.

E’ difficile spiegare l’atmosfera che vi si respira, perché ad essere protagoniste non sono solo le Confraternite che dai tempi della dominazione Spagnola nel Meridione d’Italia tramandano la tradizione dei Riti.

Protagonisti sono i Tarantini, fedeli e non, che seguono con attenzione l’asta per l’attribuzione dei Simboli della Processione dell’Addolorata e dei Misteri. Asta il cui ricavato va in beneficenza, nonostante le polemiche…

Fu il nobile Don Diego Calò che, sul finire del Seicento, fece costruire a Napoli le statue del Gesù Morto e dell'Addolorata, successivamente donate alla Confraternita del Carmine affinché rinnovassero ogni anno la processione.

Processione che nei secoli ha visto aumentare il numero delle statue.

I Confratelli, incappucciati e a piedi nudi, in ricordo dei pellegrini che un tempo si recavano a Roma per ottenere il perdono dei propri peccati, iniziano il loro cammino di penitenza il Giovedì Santo con la visita ai “Sepolcri”, ovvero alle chiese adornate per l’adorazione del SS. Sacramento.

Generalmente, ad accompagnare il cammino dei “Perdoni” (così vengono chiamati in quell’occasione i Confratelli) c’è la pioggia e il fresco… sì, perché i giorni della Passione di Gesù a Taranto sono caratterizzati dal brutto tempo…

Alla mezzanotte del Giovedì Santo inizia la processione dell’Addolorata, che si affaccia dalla Chiesa di San Domenico Maggiore. La processione è composta dalla troccola, strumento che apre la processione, la Croce dei misteri, la Terza Croce, la Seconda Croce, la Prima Croce, il Trono, l'Addolorata. È accompagnata da due bande che suonano marce funebri. Il popolo in preghiera accoglie la Statua dell’Addolorata. Vi sono inoltre quattro coppie di poste prima dei Crociferi e due prima del Trono, nonché due Mazze che hanno il compito di mantenere ordinata la processione e di sostituire i confratelli in caso di necessità. La processione rientra nella chiesa di San Domenico Maggiore nel pomeriggio del Venerdì Santo.

Nel pomeriggio del Venerdì Santo, alle ore 17 in punto, il portone della chiesa del Carmine si apre ed appare il troccolante che, impugnando in una mano il bordone e nell’altra il crepitacolo, avanza lentamente dando inizio alla processione dei SS. Misteri. La troccola è in legno intarsiato con sei maniglie di metallo che, battendo su delle borchie anch’esse metalliche, provocano il caratteristico ed inconfondibile suono.

Il troccolante è seguito dal primo complesso bandistico; subito dopo il Gonfalone. Il Gonfalone, come la Croce dei Misteri, è portato da un Confratello che avanza a volto scoperto, il cappuccio raccolto sulla fronte da una corona di spine. Segue la Croce dei Misteri, sulla quale sono raffigurati tutti i simboli della Passione.

Subito dietro, quattro coppie di Confratelli precedono la statua di Cristo all’Orto, un complesso scultoreo raffigurante Gesù che prega nell’orto del Getsemani e un angelo che Gli porge il calice.

Tutte le statue sono rette da quattro Confratelli in abito di rito, ad eccezione del cappello, e da altrettanti Confratelli in abito scuro che reggono una particolare asta di legno "la sdanga" sormontata dalla cosiddetta “forcella” di metallo.

Il compito di tenere l’ordine nel Sacro Corteo è affidato a nove mazzieri, Confratelli in abito di rito che reggono una mazza sormontata ciascuna da un simbolo diverso. Compito dei mazzieri è anche quello di dare brevi cambi ai Confratelli portatori di statue e simboli o componenti le poste.

Le statue seguenti sono precedute ciascuna da quattro coppie di Confratelli: la Colonna; l’Ecce Homo; dietro l’Ecce Homo trova posto il secondo complesso bandistico; segue poi la statua della Cascata: Gesù cade sotto il peso della croce mentre procede verso il Golgota.

Seguono le altre statue: il Crocifisso, simbolo della redenzione; la Sacra Sindone. Dietro la S. Sindone trova posto il terzo complesso musicale, poi ancora quattro coppie e l’antica statua di Gesù Morto. Ai lati della statua, quattro cavalieri in cravatta bianca e decorazioni reggono altrettanti lacci.
Seguono il clero e l’altra antica statua, quella della B.V. Addolorata: questa effigie è l’immagine del dolore, dello strazio, è il dolore di una mamma che ha perso il figlio diletto. L’Addolorata regge il cuore trafitto nella mano destra e il fazzoletto nella mano sinistra, al contrario della statua che esce in processione la notte del Giovedì Santo. Le due ultime statue sono quelle che componevano la primitiva processione dei Misteri, quella organizzata dal nobile tarantino Diego Calò.
Il quarto complesso musicale e i fedeli chiudono la processione.