CARNEVALE MASSAFRESE


La manifestazione, nata da un’idea goliardica alla vigilia della Quaresima del 1951, è divenuta  negli anni tradizione consolidata e conta numerose scuole di cartapestai.

Il Carnevale di Massafra è uno dei più importanti e festosi carnevali della Puglia. La maggior parte del corso mascherato non è transennato: si può partecipare direttamente all'animazione e al divertimento, stimolati dalle coreografie e dalle scenografie dei carri e dei gruppi allegorici che sfilano lungo il corso principale del paese. Le sfilate si svolgono la domenica di carnevale ed il martedì grasso.

Un tempo, nella serata del martedì grasso, ultimo giorno di carnevale prima dell’inizio della quaresima, usciva il corteo dei carrettieri, dei felpaioli e dei conciapelli e dei fornai che animavano l'ultimo giorno di baldoria. Infatti la fine del Carnevale annunciava il ritorno al lavoro dei numerosi braccianti agricoli, che ritornavano dalle campagne calabresi e lucane e l'avvento della Quaresima. Dal 2003, la sfilata tragicomica del corteo funebre della Morte del Re Carnevale è tornata a chiudere i festeggiamenti del carnevale di Massafra.

Lo storico Roberto Caprara racconta:

<<Occorre andare indietro di quasi sessant’anni, alla vigilia della Quaresima del 1951, per raccontare come, da uno scherzo goliardico, nacque poi quella che è, a tutt’oggi, la più longeva, sentita e popolare manifestazione laica di Massafra. C’era, allora, un gruppo di giovanissimi, fra i sedici e i vent’anni, che in gran parte si riunivano in un minuscolo locale del Castello a preparare spettacoli teatrali nella Filodrammatica “Carlo Goldoni”: uno spasso!

[...] In una di quelle lunghe passeggiate la lucida intelligenza di Cenzino Vinci ebbe un’idea luminosa alla quale immediatamente aderii: organizzare una beffa in grande per tutta la città pigra, sonnolenta, perbenista e codina e organizzarla in occasione dell’ultima domenica di Carnevale.

Fu così che, qualche giorno prima della data fatidica, in città si videro strani manifesti che annunciavano che ci sarebbe stata, in Piazza Garibaldi (che allora era ancora semplicemente “la Piazza”, il cuore pulsante di Massafra) nientemeno che una corrida, con tanto di tori, matadores, picadores, banderilleros! […] Ed in Piazza videro arrivare un serioso e bizzarro corteo, con tanto di toro e di quadrillas, con matador e tutto il resto, non escluso un veterinario in camice bianco e picadores a cavallo di manici di scopa. Si comprese allora (lo compresero anche i “benpensanti” e le Forze dell’ordine) che si trattava di uno scherzo carnevalesco e l’applauso scoppiò, liberatorio e spontaneo.

La corrida ci fu. Il toro fu matado secondo copione, con una elegante esibizione del matador che era, manco a dirlo, Cenzino Vinci. E il povero toro? Era di cartapesta e per dargli le doverose quattro zampe con cui muoversi era stato necessario dargli due coppie di gambe, che erano le mie e quelle di un antico e carissimo amico, persona quanto mai seria, sia allora che in seguito, tanto che ha insegnato per una vita Letteratura Latina in prestigiosi Atenei.

L’anno seguente ci riprovammo…>>

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